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Un nuovo polo di innovazione tecnica per Ferrero

Un’architettura industriale integrata nel paesaggio, dove far convergere l’identità aziendale, la storia e il know-how che contraddistinguono il lavoro del gruppo

Il Ferrero Technical Center nasce dall’esigenza di riunire le attività di engineering dell’azienda, in particolare quelle destinate alla progettazione dei nuovi impianti di produzione, con l’officina dove vengono costruiti, attualmente situata in un’area esterna allo stabilimento.

L’idea alla base del progetto, a cura di Frigerio Design Group, è un edificio integrato nel territorio e sostenibile, capace di affiancare le funzioni direzionali e quelle operative: per una produzione automatica e interconnessa. Un edificio bioclimatico e nZEB (nearly Zero Energy Building) di 12.700 mq che ospiterà oltre 200 dipendenti.

“Il progetto propone una stretta correlazione tra strutture artificiali e naturali, secondo un approccio biofilico, per il benessere fisico e mentale di chi lavorerà in questi spazi, per migliorare la relazione, la creatività e il senso di appartenenza a una collettività. Realizzare un edificio industriale oggi, vuol dire per noi pensare a un edificio per una produzione automatizzata e interconnessa, con una reciprocità tra uomo e macchina, ma in relazione con il suo ecosistema” ha commentato l’architetto Enrico Frigerio.

Il completamento dei lavori, iniziati nel 2020, è previsto per marzo 2022.
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Il progetto architettonico

Il Ferrero Technical Center sorge ad Alba, città intrinsecamente legata alla storia del gruppo, dove ha sede anche il più grande stabilimento italiano di Ferrero. Il panorama, la natura e i colori del territorio delle Langhe ispirano il progetto architettonico e vengono reinterpretate attraverso geometrie astratte nelle tonalità calde del giallo e del rosso.
Un’architettura semplice e lineare cela alla vista impianti e parti tecniche; il volume compatto massimizza tutti gli apporti passivi e limita le risorse per la sua gestione e manutenzione, ospitando nella parte inferiore le aree destinate alla produzione e in quella superiore gli uffici. La convivenza delle diverse funzioni si esprime attraverso superfici cieche in basso e trasparenti in alto.
Sicurezza e comfort sensoriale sono i valori su cui si sviluppa l’intera architettura, pensata nel nome della qualità totale per rispondere ai principi della manifattura 4.0. La tecnologia, presente in ogni aspetto del nuovo Polo, non è mai ostentata, ma sempre integrata armoniosamente in un’architettura riconoscibile e rassicurante.
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Il progetto è caratterizzato da una forte correlazione tra costruito e territorio: la natura, i colori, il panorama diventano parte dell’architettura, generando una relazione empatica con il contesto. Porzioni di paesaggio e geometrie naturali del territorio vengono astratte per definire l’edificio e la sua facciata.
Trasparenze e opacità definiscono un’architettura iconica: le aree destinate agli uffici, ubicate all’ultimo piano, si caratterizzano per le facciate trasparenti, mentre quelle che ospitano officina e impianti, ai piani inferiori, sono nascoste alla vista.
Il grande atrio, interamente vetrato, si sviluppa su un’estremità del volume in tutta altezza, con una importante scala a collegare i tre piani dell’edificio.
Tutte le parti tecniche e gli impianti sono integrati nelle facciate o celati all’interno del Mezzanino Tecnico.
La struttura è completata da un tetto aggettante e un porticato con un frangisole realizzato con pale a sezione ellittica, a protezione delle vetrate degli uffici dai raggi solari.
L’officina è pensata con una pianta regolare, essenziale, con strutture a vista di colore bianco. Aperture nelle facciate catturano la luce naturale e proteggono dall’irraggiamento diretto del sole: l’architetto Frigerio le definisce “branchie”, veri e propri elementi che permettono all’edificio di respirare. I pannelli di tamponamento come rivestimento esterno scelti per quest’area sono dotati di faccia interna microforata e fonoassorbente, al fine di migliorare la qualità acustica degli ambienti e contenere l’inquinamento acustico verso l’esterno.
Gli uffici, collocati all’ultimo piano, sono caratterizzati da vetrate e aperture verso l’esterno, con pochi elementi fissi e geometrie coordinate che offrono massima flessibilità.
I materiali e i colori riproducono il paesaggio e la natura che circondano l’edificio, rendendo gli uffici un vero e proprio “landscape in quota”.
Sei aree verdi, denominate dall’architetto “giardini volanti”, sono state inserite per assolvere funzione bioclimatica, acustica ed estetica, e assicurare una migliore qualità sensoriale e un’illuminazione naturale. Permettendo al tempo stesso di integrare nella vita lavorativa momenti di relax e incontro.
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Sostenibilità e comfort architettonico

L’edificio, bioclimatico e nZEB (nearly Zero Energy Building), è stato sviluppato per ridurre al minimo le emissioni di anidride carbonica.

Il volume è compatto, realizzato con materiali industriali, in prevalenza montati a secco: massimizza tutti gli apporti passivi (luce, aria e soleggiamento) e limita al minimo le risorse per la gestione e la manutenzione, contribuendo al tempo stesso a un’identità chiara e definita. Un impianto fotovoltaico sulla copertura garantisce una produzione di energia pari a 300 kW di picco.

Grazie ad aperture contrapposte, nelle mezze stagioni gli ambienti potranno essere ventilati naturalmente. Gli uffici saranno climatizzati con dei sistemi radianti a soffitto che funzionano a 40° rispetto ai canonici 70°, e svolgono anche la funzione fonoassorbente per il controllo acustico degli ambienti. I parcheggi esterni saranno illuminati con un sistema intelligente, che si accende solo in presenza di traffico per contenere l’inquinamento luminoso.


A cura della redazione

Officelayout è la rivista di Soiel International, in versione cartacea e on-line, dedicata ai temi della progettazione, allestimento e gestione degli spazi ufficio e degli edifici del terziario

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