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Collaborative room, protagonista dello smart office

Uno spazio riservato e flessibile che interrompe la ripetitività delle postazioni operative in open space per creare “oasi” lavorative dal sapore domestico. Così Estel interpreta l’evoluzione del lavoro, favorendo comunicazione, privacy e comfort acustico

La diffusione dell’open space, spinta dall’esigenza di semplificare l’organizzazione e ottimizzare l’occupazione degli spazi, ha evidenziato criticità che possono compromettere il rendimento e il benessere delle persone in azienda. Rumori di sottofondo che impediscono di svolgere compiti che richiedono concentrazione, assenza di privacy e un’eccessiva monotonia del layout hanno favorito la domanda di luoghi protetti dove ‘rifugiarsi’.
Nasce con queste premesse Collaborative Room, la soluzione modulare sviluppata da Estel per creare uno spazio nello spazio a supporto delle differenti attività: dalla più semplice phone booth alla meeting room, dall’ufficio del manager alla support room, dallo spazio dove concentrarsi alla sala d’attesa-
Funzionalità, un’estetica curata nel minimo dettaglio e un cuore tecnologico – che permette di controllare le variabili ambientali di illuminazione, climatizzazione e ricambio dell’aria – sono i punti di forza del sistema.
Con Collaborative room si aggiunge così un ulteriore tassello all’offerta di prodotti per lo Smart Office, sviluppata dall’azienda vicentina per rispondere in modo trasversale alle esigenze dei moderni luoghi di lavoro con soluzioni ‘home oriented’.



Dal mercato la spinta al cambiamento

I nuovi riferimenti del mercato del mobile per ufficio portano le aziende produttrici ad ampliare il focus dal prodotto allo spazio in una logica di progetto. Approccio che implica nuove competenze e soluzioni in linea con l’evoluzione del mondo del lavoro.

Paolo Polese, amministratore delegato di Estel.

“Sempre più la relazione con il cliente, sia esso l’utente finale, il general contractor o il progettista, si focalizza sull’interpretazione dello spazio” sottolinea Paolo Polese, amministratore delegato di Estel. “La tendenza è una spinta sempre più forte verso ambienti eterogenei e trasversali, con aree lounge, d’attesa, di condivisione informale, aree per il lavoro in team e think tank riservati, per attività che, se fino a pochi anni fa accadevano in situazioni non codificate, oggi vengono contemplate come modello di lavoro reale e funzionale all’evoluzione delle organizzazioni. In questi contesti l’ufficio è inteso non più unicamente come luogo di lavoro, ma come luogo del vivere generato da un’estrema contaminazione con il mondo casa”.
Una contaminazione che fa parte del DNA di Estel, che nasce nel 1937 con la produzione di arredi domestici e si affaccia, alla fine degli anni 70, nel mondo ufficio, trasferendo in questo settore il know-how acquisito nella lavorazione dei materiali. Ad accrescere nel tempo le competenze dell’azienda le importanti commesse, gestite a livello nazionale e internazionale con una presenza diretta in loco, per affiancare il cliente con un servizio che va dalla progettazione alla posa in opera.
“La collaborazione con importanti studi di architettura e imprese internazionali – puntualizza Polese – ha arricchito la cultura aziendale e ci ha permesso di incrementare le conoscenze sull’utilizzo di nuove finiture e sulle possibilità che possono scaturire dalla combinazione di materiali diversi per creare ambienti ancora più accattivanti. Ma non è solo un tema legato al prodotto, perché la gestione di grandi commesse in contesti internazionali porta alla crescita di tutta l’azienda che si deve strutturare per risolvere problematiche organizzative, di logistica e di installazione in diversi paesi del mondo. Non solo, ‘respirando’ contesti internazionali, si apprendono nuovi approcci che arricchiscono il patrimonio dell’azienda con conoscenze che vengono poi messe al servizio dei clienti futuri. Per Estel dunque l’internazionalizzazione è un percorso fortemente voluto, sia a est, con l’apertura di un nuovo show room a Shanghai con un partner locale, sia a ovest dove siamo presenti con Estel America e con Estel Latino-America. In Europa ci stiamo muovendo con una buona e lunga presenza in Spagna oltre a Germania e Francia, ovviamente senza dimenticare l’Italia dove abbiamo costruito relazioni e vantiamo una storia di quarant’anni”.



Collaborative Room, caratteristiche tecniche

Si compone di una gamma di 13 varianti dimensionali, dal più piccolo 1×1 mt al più grande 5,1×3 mt, tutti con altezza di 2,40 mt. Due le varianti di forma: il più originale con angoli stondati e il più tradizionale con angoli retti.
Le funzioni che possono essere organizzate con Collaborative Room vanno dall’ufficio individuale e riservato, alla meeting room, al salottino attesa e o contrattazione, al coffee break, all’area stampanti e fotocopiatrici fino al phone booth e saletta concentrazione/relax.

Le performance tecniche sono:
aerazione con controllo CO2, umidità e temperatura, monitorate da un’applicazione per smartphone, che attraverso appositi sensori monitora la qualità dell’aria assicurando la permanenza anche per lunghi periodi; • illuminazione a led con potere diffuso di 500 Lux e cablaggio per la connessione power e rete;
acustica, speciali materiali fonoassorbenti e profili sulle porte garantiscono un abbattimento di 34 dB dall’interno verso l’esterno.



A cura della redazione

Officelayout è la rivista di Soiel International, in versione cartacea e on-line, dedicata ai temi della progettazione, allestimento e gestione degli spazi ufficio e degli edifici del terziario

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