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Gli spazi per la collettività oltre la pandemia

Negli scenari post Covid il design torna a esprimersi con elementi di arredo destinati agli spazi di aggregazione e di collettività. Ne è un esempio la seduta Yugen, disegnata per Elleci Office e declinata in molteplici varianti che ne ampliano le possibili destinazioni d’uso

L’emergenza pandemica ha sconvolto i paradigmi di progettazione degli spazi di lavoro, costringendo per un lungo periodo a un isolamento forzato. Se il lavoro remoto ha reso evidenti alcuni vantaggi di questa modalità di impiego, tra i quali la riduzione degli spostamenti e la flessibilità nella gestione del tempo, dall’altro ne ha evidenziati i limiti. Il confronto, la condivisione, le presentazioni, il momento informale, sono attività che fanno parte integrante della dinamica lavorativa, ma che possono esprimersi in modo compiuto solo con la contemporanea presenza fisica. Sul tema ci siamo confrontati con i designer Paolo Scagnellato e Jeremiah Ferrarese che hanno al loro attivo numerosi progetti legati al mondo del lavoro e della collettività, tra questi la nuova seduta Yūgen disegnata per Elleci Office.


Paolo Scagnellato e Jeremiah Ferrarese designers di Yugen

Immaginando i futuri contesti post-pandemici, quale ruolo avranno negli ambienti di lavoro gli spazi collettivi, anche in relazione ai progetti sui quali state lavorando?
Paolo Scagnellato: In questi mesi di pandemia ci siamo dedicati allo sviluppo di nuovi progetti per la collettività, perché siamo convinti che gli spazi collettivi torneranno a essere protagonisti nella progettazione degli ambienti nel prossimo futuro. L’esigenza di incontrarsi in presenza per attività quali la presentazione, il confronto o il momento informale renderà necessario dare sempre più valore agli arredi destinati agli spazi di confronto e aggregativi a discapito degli spazi individuali. Tra i vari progetti a cui abbiamo lavorato, sicuramente quello della seduta Yūgen è stato fra i più interessanti e impegnativi.

La parola giapponese yūgen descrive un concetto importante dell’estetica tradizionale giapponese, il cui significato cambia in base al contesto in cui la parola si trova. Come nasce l’idea di questa seduta?
Jeremiah Ferrarese: La Yūgen, era nata inizialmente come una sedia di design destinata al contract per la collezione SITLOSOPHY®. Lo testimonia anche la scelta delle combinazioni cromatiche, con tonalità classiche come il nero, moderne come il bianco o più audaci come l’aragosta. In seguito, abbiamo lavorato all’evoluzione creando molteplici varianti per renderla una seduta adatta sia per spazi di lavoro, sia per spazi ricreativi. Visto il risultato soddisfacente, abbiamo proseguito allargando la famiglia con una versione dinamica su ruote e a una variante su barra come attesa. Infine, abbiamo aggiunto anche una variante con supporto di scrittura per l’impiego anche negli spazi didattici.
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L’aspetto estetico è indubbiamente fondamentale, ma quali altri aspetti deve considerare un designer nel finalizzare un progetto come questo?
J.F.: Sicuramente gli aspetti legati all’ergonomia e alla durevolezza della seduta sono importanti, in particolare per un modello di collettività come la Yūgen destinata ad un utilizzo frequente da parte di diversi utenti in un ambiente pubblico. Proprio per questo, prima di poter essere approvati, i prototipi sono stati testati presso laboratori specializzati per eseguire test di resistenza e durevolezza che ne garantissero la conformità ai più severi standard europei.

L’estetica delle sedute SITLOSOPHY® di cui il progetto fa parte esprime anche un contenuto etico legato alla sostenibilità ambientale e sociale. Come avete espresso questi valori nella seduta Yūgen?
P.S.: In fase di progettazione viene sempre posta la massima attenzione ai materiali impiegati e all’impiego di soluzioni tecniche a basso impatto ambientale. Innanzitutto la disassemblabilità della seduta, garantisce la possibilità di separare i materiali, scelti per essere facilmente riciclabili garantendo uno smaltimento responsabile a fine vita dell’oggetto. Oltre a questo, abbiamo anche testato una versione realizzata con plastica riciclata che renda la seduta totalmente ecocompatibile.


A cura della redazione

Officelayout è la rivista di Soiel International, in versione cartacea e on-line, dedicata ai temi della progettazione, allestimento e gestione degli spazi ufficio e degli edifici del terziario

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