Extended office

Il lavoro nei caffè, negozi, librerie

C’era una volta l’ufficio, sempre lì, sempre uguale, una certezza.Era l’ufficio di fantozziana memoria con orari fissi, organizzazione gerarchica e scrivanie assegnate fianco a fianco agli stessi colleghi ogni giorno di lavoro. Poi sono arrivati internet, gli smartphone e il cloud… attori di quella rivoluzione digitale che ci ha trasformato in ‘mobile worker’ in grado di lavorare ovunque.
Una nuova dimensione del lavoro che ha obbligato progettisti e aziende a ripensare al ruolo dell’ufficio non più luogo custode delle informazioni, oggi raggiungibili ovunque, ma luogo di socializzazione dove recarsi per un confronto ‘vis a vis’ con i colleghi che assume ancora più valore nell’era digitale. Sarebbe però riduttivo pensare allo spazio ufficio come entità separata e avulsa dal resto della città, da tutti quei luoghi, più o meno strutturati, dove oggi è possibile svolgere parte della propria attività. Sarà infatti questa la sfida futura del mondo del progetto e della produzione che saranno chiamati a interpretare il lavoro al di fuori dei confini dell’ufficio.
Nasce da queste considerazioni l’idea di osservare modi di agire e interagire delle persone impegnate in attività lavorative in luoghi collettivi, pubblici e privati, per coglierne i bisogni e interpretare i driver di una domanda destinata a segnare il passo nei prossimi anni.
Prende così avvio da questo numero di Officelayout la rubrica “Extended office: i nuovi luoghi del lavoro”, un contest fotografico che coinvolge gli studenti dell’Istituto Italiano di Fotografia ai quali abbiamo chiesto di dare visibilità, attraverso gli obiettivi delle macchine fotografiche, alle esigenze determinate dallo sconfinamento dell’attività lavorativa al di fuori dei confini fisici dell’ufficio. Caffetterie, bookshop, alberghi, ma anche parchi e luoghi di transito quali stazioni e aeroporti, sono oggi a tutti gli effetti potenziali luoghi di lavoro con potenzialità tutte da scoprire. Una nuova sfida per le aziende chiamate a dare soluzioni tecnologiche e d’arredo anche per questi ambiti.
Prima tappa di questo ambizioso progetto il lavoro nei caffè, negozi, librerie.
Lavorare al bar è una tradizione newyorkese, che sta prendendo piede anche nelle principali città italiane dove cresce il numero di locali che offrono disponibilità di prese elettriche, WiFi, atmosfera e, naturalmente, food e drink.
La futurologa Nicola Millard, esperta di tecnologie emergenti, ha previsto che i dipendenti diventeranno ‘operai con lo zaino in spalla’, ovvero si porteranno il lavoro sempre dietro e, armati di portatile o tablet, collaboreranno in piccoli team in caffè o “coffices”, una via di mezzo tra un bar e un ufficio. In questi ambienti informali si lavora in modo più rilassato e si ricevono nuovi stimoli che aiutano a essere più produttivi. La Stanford University ha tirato le somme e dato i numeri lavorando fuori ufficio si è il 13,5% più proficui. È però importante non restare soli in casa perché l’isolamento, al contrario, nuoce. Spazio dunque ai nuovi ‘coworking café’! 

Claudete Alves
Matteo Carlin
Matteo Bellomi
Cavallo Francesca



Paola Cecco

Laureata in architettura presso il Politecnico di Milano, ha svolto attività progettuale presso studi professionali dove ha affrontato la progettazione di edifici residenziali e del terziario. Nel 2001 entra a far parte della redazione di Officelayout, la rivista per progettare, arredare e gestire lo spazio ufficio. Ambito nel quale si occupa delle tematiche relative all’illuminazione, alle nuove tecnologie e all'allestimento degli spazi di lavoro con focus sulla sostenibilità dei luoghi e sul benessere delle persone in azienda. Dal 2014 coordina le attività editoriali e i convegni sviluppati e promossi dalla testata Officelayout.

Officelayout è la rivista di Soiel International, in versione cartacea e on-line, dedicata ai temi della progettazione, allestimento e gestione degli spazi ufficio e degli edifici del terziario

Soiel International, edita le riviste