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Storia e modernità nell’headquarter di Italiana Costruzioni

In un villino dei primi del Novecento, lo studio romano Westway Architects realizza una ristrutturazione in cui l’architettura contemporanea valorizza e rilegge quella del passato, adeguando l’edificio alla funzione di rappresentanza

L’edificio, un villino risalente al 1902, si trova a Roma nel quartiere Nomentano, fortemente identificato dall’architettura residenziale nata per ospitare la classe borghese emergente ai primi del Novecento.
Il progetto di restauro, a firma dello studio romano Westway, ha trasformato l’edificio nel nuovo Headquarter di Italiana Costruzioni, esaltando la funzione di rappresentanza, nel rispetto delle caratteristiche tipologiche della zona. Con questo fine, il progetto è partito dallo studio dell’evoluzione storica del fabbricato e del tessuto urbano in cui si colloca.
Attraverso un meticoloso lavoro di sottrazione dei volumi costruiti in epoche successive, il villino è stato riportato alla volumetria originaria, recuperando il piano seminterrato prima nascosto. Questo ha permesso di dividere gli accessi pedonale e carrabile e di collocare nel nuovo piano terra, a livello della strada, funzioni di accoglienza adeguate alla nuova dimensione semi-pubblica dello spazio. Completano il progetto due nuove strutture, una sul fronte e una sul retro del villino, ad esso collegate attraverso pareti vetrate che permettono di vedere l’edificio originario su tutti i lati senza alterarne la percezione volumetrica originaria.
Nel corso dei lavori, gli scavi all’interno del lotto hanno portato alla luce i resti archeologici di una domus romana risalenti al III secolo d.C; con particolare attenzione al patrimonio con il quale ci si confrontava e in collaborazione con la Sovrintendenza, gli antichi resti sono stati resi visibili e integrati all’interno della reception.
Il risultato è un’architettura contemporanea in cui emergono, in continuo dialogo, le diverse epoche storiche che la compongono: gli antichi resti della domus romana, la morfologia del villino dei primi del Novecento e il recente intervento di restauro.

Elementi cardine della progettazione: luce e trasparenza

L’involucro del villino è stato conservato inalterato e i muri perimetrali consolidati, mentre l’interno è stato completamente svuotato dalle strutture portanti e ripensato tramite la ridistribuzione dei solai. La nuova distribuzione interna ha reso necessaria la realizzazione di un nuovo corpo scala, staccato dalla parete perimetrale in modo da conservare inalterata la volumetria dell’edificio, a partire dal quale vengono riorganizzati i percorsi e la connessione degli uffici.
Al centro è stato creato un nuovo nucleo, sviluppato in altezza, portante e funzionale, destinato a ospitare i servizi (toilette, ascensore, cavedi e impianti), che ha permesso la sopraelevazione di un piano, arretrato rispetto alla facciata principale, che crea interessanti scorci e doppie altezze.
Tutti gli ambienti di lavoro sono illuminati dalla luce naturale che, attraverso i tagli appositamente studiati nelle armadiature divisorie, giunge fino ai corridoi.
In alcune aree i pavimenti vetrati lasciano intravedere le antiche fondazioni, mentre il lucernario con le travi in vetro illumina il cuore della domus.
Alla solidità delle murature perimetrali, si contrappone la leggerezza delle strutture vetrate che delimitano gli uffici, garantendo privacy e un adeguato comfort visivo e acustico. Negli ambienti le armadiature in legno, utilizzate come divisorio, integrano al loro interno i cablaggi e alleggeriscono la massa muraria, sostituendo le originarie pareti portanti e lasciando continuità visiva alle superfici di arredo.
La scelta dei materiali delimita gli ambienti funzionali: il granito chiaro illumina gli spazi comuni con la sua matericità decisa, mentre la moquette, cromaticamente affine alla tonalità del granito per le aree più riservate, ha anche la funzione fonoassorbente.
Nella reception, il ferro segna un ideale percorso temporale all’interno del progetto: nella pavimentazione circonda il mosaico antico definendone il perimetro, incornicia i muri della domus e termina nel bancone, elemento di design contemporaneo.
Le diverse epoche del villino si confrontano: l’esterno conserva i caratteri architettonici tipici dell’architettura borghese dei primi del Novecento, che ben soddisfa la nuova funzione di rappresentanza, mentre all’interno, la storia del III secolo d.C. è riportata alla luce attraverso soluzioni altamente tecnologiche. L’intervento si è messo al servizio di due discipline, l’archeologia urbana e l’archeologia sperimentale, rispettando i valori della storicità senza rinunciare al carattere contemporaneo del progetto.



Westway Architects

Westway Architects è uno studio di architettura fondato nel 2005 da Luca Aureggi e Maurizio Condoluci, con sedi a Roma e a Milano. Testimoniano l’operato dello studio progetti di grande complessità quali la risistemazione delle cantine e degli edifici industriali del complesso Santa Margherita a Portogruaro, il nuovo palazzo residenziale/commerciale in contesto storico di via Montegrappa a Milano, i negozi Nike, il concept per
l’area food di Blomingdale a New York, l’auditorium del Gruppo Caltagirone a Roma, gli uffici di Cementir Holding a Roma e di Italiana Costruzioni a Milano, unitamente a una notevole varietà di interventi nel retail e nell’edilizia residenziale privata.



A cura della redazione

Officelayout è la rivista di Soiel International, in versione cartacea e on-line, dedicata ai temi della progettazione, allestimento e gestione degli spazi ufficio e degli edifici del terziario

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