Uffici e luoghi di lavoro efficaci

È un ufficio “people based working” quello presentato a OLMeet 2019. Un ufficio che punta sulla qualità dell’ambiente di lavoro per favorire benessere e produttività

Dallo smart office all’healthy office. L’impatto della qualità dell’ambiente di lavoro sul benessere e la produttività

Alberto Cominelli, head of project management Italy – CBRE

I ricercatori concordano sul fatto che la nostra salute dipende solo in minima parte dalla genetica ma, principalmente, da fattori esterni, quali l’ambiente fisico e i nostri comportamenti. I luoghi in cui viviamo e lavoriamo hanno quindi un forte impatto sul nostro benessere. Studiando ciò che ci circonda ed effettuando dei cambiamenti chiave, abbiamo la possibilità di costituire spazi capaci di favorire il nostro benessere e adottare misure mirate per vivere una vita più sana. Le aziende si rendono conto dell’importanza di investire sul benessere dei propri dipendenti per mantenere elevata la produttività e ridurre i costi sommersi causati da malattie, assenteismo, stress e turnover. Il concetto di smart office che si è sviluppato con grande successo negli ultimi dieci anni sta lasciando il passo all’healthy office, l’activity based working al people based working. Secondo il rapporto di CBRE The Fast Forward 2030 report: The Future of Work and the Workplace, il futuro sarà in mano alle aziende che saranno in grado di investire sul capitale umano e di creare spazi di lavori che ne favoriscano la creatività. Realizzare un healthy office non significa solo progettare uno spazio che rispecchi certi parametri ambientali, ma comporta la necessità di lavorare sui fattori che impattano il comportamento delle persone: alimentazione, attività fisica e benessere mentale. Grazie a due recenti ricerche effettuate da CBRE presso gli uffici di Amsterdam (The Snow ball effect of healthy office – 2017) e di Madrid (CBRE Lab – 2018) con il supporto di istituti universitari, è stato possibile misurare e quantificare i benefici di un healthy office sulla produttività e sulla creatività. I risultati ottenuti sono sorprendenti: la produttività aumenta del 63%, mentre la creatività del 137%. L’healthy office è quindi uno strumento estremamente efficace per migliorare la vita lavorativa delle persone e incrementare la produttività per le aziende.
La differenza nelle aziende è fatta dalle persone, ne sono sempre più coscienti le organizzazioni che puntano alla realizzazione di ambienti efficaci attraverso l’implementazione di strategie chiare e definite, sia nella progettazione che nella gestione della vita lavorativa quotidiana. A segnare la svolta il passaggio dallo smart working all’healthy working, che porta a lavorare in uno spazio e con prodotti che contribuiscono a generare non solo benessere fisico, ma anche emotivo e sociale.
Spazi fisici, arredo e tecnologie sono gli artefici di questa trasformazione, guidando comportamenti, e facilitando l’introduzione dei nuovi modi di lavorare. Ma se da un lato i confini spazio temporali del lavoro si assottigliano fino a scomparire, dall’altro si rafforza la consapevolezza che la sfida più grande è dal punto di vista organizzativo. Diventa infatti cruciale la transizione da una leadership basata sul controllo a una ‘leadershift’ basata su fiducia, responsabilità e soprattutto autonomia.
“La solidità – ha affermato Alessandro Donadio, Associate Partner – Key2People – è stata la dimensione strenuamente ricercata dalla imprese: solidi sono i building, che segmentano e dividono, i processi, che definiscono finemente l’ambito di azione della Persona, i modelli di leadership commando e controllo. Ma la contemporaneità chiede al contesto di divenire liquido proprio per permettere alla Persona di partecipare meglio al processo di creazione del Valore”.
A disegnare il nuovo quadro dell’ufficio del futuro i protagonisti della tappa milanese di OLMeet 2019 che ha raccolto la voce esperti di organizzazione aziendale, società di progettazione, degli operatori del settore ufficio e del mondo IT. A dare concretezza ai temi trattati la tavola rotonda dedicata al nuovo ruolo del faciliy manager, figura strategica nel supportare le persone a raggiungere il massimo dell’efficienza in azienda e il perfetto equilibrio tra vita personale e lavorativa.

New Metrics of Place – Measuring what Matters

Mark Catchlove, director insight group London, EMEA – Herman Miller

I luoghi di lavoro tradizionali non sono più in grado di supportare le odierne attività lavorative. Dopo aver studiato diversi spazi di lavoro nel mondo, Herman Miller descrive 6 pattern emergenti che le organizzazioni possono utilizzare per creare, misurare e gestire spazi di lavoro high performing in grado di valorizzare le persone e di permettere loro di svolgere il lavoro al meglio.
Misurare significa porre attenzione, focalizzarsi su determinati aspetti. Le organizzazioni che vogliono ottenere il meglio dai loro investimenti sono quelle che misurano e monitorano i loro progressi.
Tendenzialmente le organizzazioni misurano l’efficienza del real estate in due modi: il costo al mq dello spazio e quanto effettivamente le persone utilizzano quello spazio.
Oggi ci sono molte informazioni e ricerche su come lo spazio di lavoro possa migliorare l’efficienza, la produttività e il benessere delle persone. Sappiamo che ci sono metodi più strategici del semplice mettere sempre più persone in uno spazio per risparmiare. Se si vuole utilizzare il proprio spazio strategicamente, la domanda da porsi non è: “quante persone possono lavorare all’interno di un luogo?” Ma piuttosto: “sto dando le giuste facility ai miei lavoratori per permettergli di svolgere al meglio il proprio lavoro?”
In primis, sappiamo quanto la tecnologia abbia cambiato la natura del lavoro. Più del 60% delle organizzazioni dà alle persone la possibilità di scegliere dove, quando e come svolgere il proprio lavoro. Il focus però è sempre stato quello di ridurre i costi riducendo quindi le scrivanie assegnate, non considerando le potenzialità degli altri ambienti.
Il primo passo da svolgere è quello di comprendere più informazioni possibili delle persone che fanno parte di un’azienda e di come lo spazio possa essere utilizzato strategicamente per supportare le loro attività. La ricerca di Herman Miller, a partire dalla comprensione di quale sia l’impatto degli spazi sulle persone, ha individuato 6 pattern che permettono di creare, misurare o gestire gli ambienti di lavoro per permettere alle persone di svolgere il loro lavoro al meglio.

Digital WorkSpace…Future WorkPlace

Giovanni Gini, direttore commerciale – VideoGecom

Lo Smart Working, metodologia di lavoro che molte organizzazioni stanno applicando, se ben strutturata offre notevoli vantaggi sia per le aziende sia per i remote-worker.
Per un approccio innovativo all’organizzazione del lavoro nell’era della Digital Transformation, è necessario avvalersi di strumenti evoluti e semplificati, fruibili ovunque e in qualsiasi momento.
A livello degli spazi, le organizzazioni stanno dismettendo le grandi sale riunioni per passare alle ‘huddle room’: piccole sale da 3-6 posti, ma più numerose. Oggi in tutto il mondo ce ne sono 30 milioni, ma solo il 2% adotta sistemi di videoconferenza.
Il meeting in una ‘huddle room’ deve essere semplice, tutta la tecnologia in un click o tramite controllo vocale supportato da intelligenza artificiale, affidabile e di qualità con audio e video ben definiti, tecnologia professionale, cura dell’acustica e dell’illuminazione ambiente, senza trascurare il comfort.
In quest’ottica non si può prescindere tecnologie che favoriscono l’accessibilità dei documenti, che devono essere visualizzabili, condivisibili e scrivibili simultaneamente da più utenti con i propri device; da un sistema di gestione e prenotazione della sala che fornisce dati per una corretta pianificazione delle manutenzioni e degli aggiornamenti; un servizio di collaboration in Cloud per riunioni in una virtual room, indipendentemente da dove ci si trovi. Fondamentale importanza riveste poi il comfort acustico e illuminotecnico dell’ambiente. L’insieme di tutti questi fattori aumenta la produttività e l’efficienza della riunione.

Oltre lo spazio

Lorenzo Maresca, managing director – Sedus

È consapevolezza diffusa che lo spazio fisico e l’arredo aiutino a modificare i comportamenti, facilitando l’introduzione dei nuovi modi di lavorare. Benessere, collaborazione, branding, creatività e leadership sono strettamente legati alle condizioni dell’ambiente di lavoro.
Riferendoci al benessere, il passaggio dallo smart working all’healthy working, porta a spazi e prodotti che generano non solo il benessere fisico (ergonomico), ma anche quello emotivo e sociale.
Oltre a ciò bisogna considerare le necessità e difficoltà generate dalla convivenza di diverse generazioni. Non è sufficiente parlare di activity based working, bisogna capire come le persone interagiscono con lo spazio per aiutarle a utilizzarlo al meglio. Dobbiamo rispettare le esigenze individuali e far sì che le differenze tra generazioni vengano vissute come opportunità per imparare l’uno dall’altro e collaborare efficacemente.
In questo contesto un aiuto ci viene dalla tecnologia, vista non solo come mezzo per una maggiore efficienza, ma come strumento per crescita professionale, soddisfazione sul lavoro, facilitatore nella collaborazione tra colleghi. Soluzioni smart come Sedus se:connects consentono una gestione efficienti di spazi e postazioni di lavoro, le persone possono riservare la postazione di lavoro nell’area preferita, accanto a colleghi con cui desiderano lavorare… Si possono poi fare valutazioni sull’utilizzo degli spazi e ottimizzarne la gestione.
Da ultimo non dobbiamo dimenticare l’evoluzione dell’organizzazione aziendale volta a un appiattimento delle gerarchie, a una distribuzione di ruoli e compiti per competenze, ovvero quella che noi definiamo Leadershift e anche in questo contesto un aiuto arriva dall’arredo che facilita l’introduzione di questi nuovi comportamenti.

Sentirsi responsabili per un ambiente di lavoro sostenibile

Patrick Preisser, country manager – Dataflex Italia

L’attenzione dedicata al tema dell’ergonomia della postazione di lavoro si differenzia a seconda dell’ambito di applicazione. Non solo, ogni azienda e ogni mansione svolta ha le sue peculiarità, pertanto una buona ergonomia deve tener conto delle diverse specificità ed essere realizzata su misura. Ciononostante molte realtà e addetti ai lavori pensano ancora che l’ergonomia consista soltanto offrire la possibilità di regolare l’altezza della scrivania e della seduta. In Dataflex crediamo invece che la personalizzazione della postazione di lavoro sia l’unica strada per raggiungere un traguardo “100% ergonomico”, tanto evocato e mai riscontrato nei layout visitati durante la nostra attività di consulenza proattiva. Colmare questo divario permetterebbe alle aziende di incrementare la produttività delle persone del 5-7%!
Un altro aspetto imprescindibile è l’impatto ambientale del prodotto, che per Dataflex non è una semplice tendenza, ma un approccio che affronta l’intero ciclo di vita dei prodotti, dalla scelta delle materie prime a elevato contenuto di riciclato al design del prodotto concepito per una lunga durata nel tempo. Il mercato oggi richiede postazioni ergonomiche e futuribili: Dataflex ha le competenze e i prodotti idonei per realizzarle.

Lo Smart Working nell’era della Digital Transformation

Marco Maraschi, amministratore unico – Tec Italia

Conseguentemente alla Digital Trasformation, cambiano gli spazi e gli strumenti tecnologici sempre più interconnessi e smart, con una semplificazione dei processi e una riduzione di errori e ridondanze legate alla manualità delle operazioni.
I vantaggi sono maggior efficienza, migliore operatività e di conseguenza riduzione dei costi, spesso nascosti nel caso di errori e/o inefficienze.
In quest’ottica TEC Italia ridefinisce il posto di lavoro con una nuova offerta dedicata al Digital Workplace, che risponde all’esigenza delle aziende di gestire in maniera integrata le informazioni e le comunicazioni superando i confini “fisici” degli uffici, anche grazie a una serie di soluzioni “smart” – tra cui stampanti multifunzione, reception virtuali, lavagne interattive, videoconferenza e videoproiettori, fino ai sistemi di prenotazione delle sale riunioni – che dialogano tra loro creando l’ufficio interconnesso.
Nello specifico le stampanti multifunzione stanno cambiando il concetto di periferica: lo strumento diventa un hub intelligente su cui convergono processi e informazioni. Mentre la Reception Virtuale è una soluzione che ridisegna gli spazi permettendo la riduzione dei costi, il miglioramento della sicurezza e la gestione delle presenze in azienda.
In collaborazione con gli architetti, progettiamo e consegniamo “chiavi in mano” sale riunioni correlate di tutti gli strumenti tecnologici necessari. Ripensare gli spazi di lavoro e tecnologie digitali sono due facce della stessa medaglia per promuovere uno dei paradigmi in grado di facilitare davvero l’innovazione: il Digital Workplace.

Da sinistra: Paola Cecco, Officelayout; Mark Catchlove, Herman Miller; Marco Maraschi, Tec Italia; Lorenzo Maresca, Sedus; Giovanni Gini, VideoGecom; Patrick Preisser, Dataflex Italia

Spazi collaborativi frutto di un’integrazione tecnologica personalizzata e scalabile

Guido Villa, owner AGMultivision

La nostra visione del luogo di lavoro è quella di uno spazio collaborativo dove le persone possono muoversi e lavorare liberamente, condividendo informazioni attraverso dispositivi digitali portatili. Oggi gli uffici e le meeting room, di ogni tipologia e capienza, dovrebbero potersi connettere con semplicità ed efficacia, in modalità cablata o senza fili, alle più recenti tecnologie di comunicazione multimediale. Occorre quindi che queste connessioni siano di design e ben integrate negli arredi di lavoro, affinché le persone che le fruiscono, ne intuiscano i vantaggi legati alle prestazioni elevate, alla qualità e alla possibilità di interazione.
La nostra missione in questa area è quella di aiutare le aziende a integrare queste tecnologie in base alle specifiche esigenze personali e in modalità scalabile, per un investimento a prova di futuro. L’ufficio deve essere ergonomico, non solo per gli arredi ma anche per le tecnologie utilizzate. Il personal computer, ad esempio, è diventato il vero punto di convergenza di tutte le tecnologie video e audio della meeting room, permettendo ai partecipanti di comunicare in alta definizione con interlocutori e colleghi che siedono in ambienti simili remoti, anche a distanza; di lavorare insieme sul medesimo file anche da postazioni remote e visualizzare contemporaneamente le proprie finestre di lavoro sul videowall della meeting room.

La connessione alla scrivania

Diego Bionda, responsabile marketing terziario e servizi BTicino

Nell’ufficio BTicino è presente con sistemi per la distribuzione e la gestione dei servizi per realizzare infrastrutture funzionali ed energicamente efficienti. Soluzioni impiantistiche perfettamente coordinate esteticamente e funzionalmente con le serie civili BTicino.
Soluzioni per la distribuzione da scrivania, componibili e preconfigurate per garantire i servizi di energia, dati e fonia. Tra queste il modulo scrivania – con connettori USB e RJ45 e una presa elettrica – che inserito nel foro passacavi lo trasforma in un compatto centro di funzioni, disponibile in varie finiture per integrarsi al meglio nei diversi ambienti. E ancora gruppi prese pre-cablate con capienza 8 e 12 moduli, in alluminio, che integrano tutti i componenti estetici e di installazione, o soluzioni in kit pronte per essere accessoriate con gli apparecchi delle linee civili. E infine canali per postazioni di lavoro con accessori estetici con coperchio curvo per installare facilmente frutti delle linee civili.
Per la distribuzione da pavimento le soluzioni sono le torrette da incasso a scomparsa, conformi alla norma CEI EN 60670-23 per installazioni sia in pavimenti flottanti, sia in cemento, ideali per predisporre gli uffici a possibili cambi di layout. Tra queste, le torrette Pop-Up che uniscono facilità di utilizzo ed eleganza installativa. La struttura in metallo pressofuso compatta si integra alla perfezione in qualsiasi ambiente di lavoro.

Il benessere acustico come valore sensoriale nella nuova idea di workplace

Lorenzo Caimi, amministratore delegato – Caimi Brevetti

Progettare lo Smart Office significa ripensare all’ambiente di lavoro in termini di flessibilità, multifunzionalità, inserimento delle tecnologie, comfort ambientale e di conseguenza di benessere sensoriale. In quest’ambito l’acustica è un valore sensoriale che garantisce un buon utilizzo degli spazi e ha un impatto significativo sul benessere e la produttività delle persone. Lo spazio pertanto deve poter essere al tempo stesso open, ma con la possibilità di essere parcellizzato e, all’occorrenza, privatizzato per creare gli innovativi spazi per la concentrazione o per le conversazioni riservate o private. Il tessuto acustico può divenire una barriera mobile che configura e suddivide in modo intuitivo gli ampi open-space eliminando i fattori di disturbo.
Snowsound Fiber Textile è una tecnologia brevettata per realizzare dei tessuti che hanno performance acustiche straordinarie nell’ambito dell’abbattimento del tempo di riverbero negli spazi chiusi. Opportunamente utilizzato il tessuto riesce a risolvere in maniera efficace, semplice ed economica le problematiche acustiche degli ambienti confinati.
L’utilizzo di Snowsound Fiber in un ambiente di lavoro può esser valutato e considerato in vari modi. Tipicamente l’utilizzo più immediato è quello di realizzare delle tende lungo le superfici vetrate che possono essere sia a rullo, sia arricciate. Ma non solo, un utilizzo interessante è quello di quinta divisoria al centro stanza, normalmente con posa arricciata, oppure per creare versatili phone booth. La resa varia in funziona al tipo di confezionamento, teso o arricciato, e di posizionamento ma questo viene facilmente calcolato con i nostri software acustici.
I tessuti Snowsound Fiber, certificati Greenguard Gold, contribuiscono all’acquisizione di crediti nel quadro della sezione indoor environmant quality nel sistema di valutazione degli edifici Leed.

La salubrità ambientale indoor è un asset strategico per le imprese

Antonella Santoro, amministratore delegato- Nuvap

Il tema della salubrità ambientale può essere affrontato rispetto alla qualità degli edifici o alla salute delle persone. Nel primo caso l’edilizia sostenibile e certificata risolve questioni importanti, legate alle emissioni di inquinanti da parte dei materiali da costruzione. Una parte dell’inquinamento indoor, però, dipende dalle attività che si svolgono durante la vita dell’edificio, pertanto gli sforzi profusi in fase di progettazione e realizzazione dell’immobile possono essere vanificati nel tempo.
Questo è vero in molti contesti, ma la particolare attenzione per la presenza di sostanze tossiche nei luoghi di lavoro è dovuta sia alla necessità delle aziende di garantire la salute e sicurezza dei dipendenti nei luoghi di lavoro, sia per non comprometterne la produttività. Ci sono molte azioni istituzionali che promuovono la sensibilizzazione dei datori di lavoro su questi temi, in sinergia con le profonde trasformazioni che si osservano negli spazi di lavoro, per le iniziative di smart working, responsabilità sociale e welfare.
Le soluzioni di monitoraggio continuo hanno evidenti benefici economici, poiché consentono di abbattere sia i costi di raccolta di dati molto dettagliati e tempestivi, sia i costi di gestione di informazioni che sono utili per diversi stakeholder (HSE, Facility Management, Service & Maintenance, Marketing…).
A OLmeet Nuvap ha presentato la piattaforma ProSystem, per il monitoraggio continuo di 20 parametri ambientali, compresi molti inquinanti chimici e fisici, dalla formaldeide al gas radon, all’elettromagnetismo, all’anidride carbonica, per fare qualche esempio.

L’equilibrio tra pausa e lavoro nell’ufficio che cambia

Gianluca Galletti, Direttore Commerciale – Elior Italia

Siamo di fronte a una convergenza di temi, quasi una tempesta perfetta. Da un lato muta il rapporto dell’individuo nei confronti del cibo, sia in senso ‘pop’ (masterchef, etc..), sia nel segno di una crescente consapevolezza ‘healthy’. Dall’altro il lavoro ‘liquido’ stravolge la relazione tra pausa e lavoro attivo, sia in termini di spazio che di luoghi (smart working, team working, lavoro in mobilità).
Se da un lato i nuovi building vedono un 33% di spazi premium, un 33% di spazi tradizionali e un 33% di spazi condivisi, dall’altro il costo per mq fa sì che le aziende vogliano dedicare sempre meno spazio alla ristorazione aziendale perché ‘non produttivo’.
Fortunatamente l’evoluzione delle tecniche di cottura e conservazione consente di andare verso soluzioni sempre più ‘kitchen-light’ e ‘kitchen-less’, con contrazione degli spazi, ma anche la possibilità di contaminare gli spazi, per esempio utilizzando il ristorante aziendale come spazio di coworking.
Il driver della digital experience è fondamentale nella costruzione di un’ergonomia di processo complessiva e di corretta valorizzazione in termini di work-life balance.
Rubando in parte una definizione cara a Lombardini 22, il rapporto del fornitore di servizi di ristorazione collettiva con chi progetta gli spazi è di co-progettazione. Siamo P-Layers!
Crediamo di avere molto da dire, e in senso di forte innovazione.

Da sinistra: Lorenzo Caimi, Caimi Brevetti; Gianluca Galletti, Elior Italia; Luciano Guglielmini, Humanscale;Antonella Santoro, Nuvap

Aggiungi un posto a “tavola… per fare spazio al computer!

Luciano Guglielmini, country manager Italy, Greece,
Turkey, Malta – Humanscale

Nel mondo del lavoro Reale – non certo in quello Virtuale che, peraltro, sembrerebbe risultare predominante – non si può prescindere dal porre l’uomo al centro del percorso progettuale. Da una parte vi sono le persone, giovani e meno giovani, alte o meno altre, con le loro ambizioni e le loro abitudini; dall’altra le aziende che, sempre troppo poche rispetto alla popolazione lavorativa, si impegnano con senso di responsabilità a verificare le procedure da applicare per far convivere la tecnologia con le capacità e i livelli di efficienza inespressa di chi vive ogni giorno davanti al computer. Il punto critico è la mancanza di informazione e formazione da entrambe le parti.
Un dato rilevante, oltre che autorevole, viene espresso dalla Medicina del Lavoro che segnala come sia cresciuto l’impegno visivo davanti al PC/VDT e, conseguentemente, come anche la postura assisa sia diventata sempre più statica e con poche interruzioni. Tutto questo è causa di fastidiosi disagi che limiteranno l’efficienza operativa oltre che la qualità della vita. Le previsioni al 2020, indicano in 20 milioni gli operatori che utilizzeranno un computer e, considerando gli attuali orientamenti delle aziende, solo una minima parte di questi potrà beneficiare di un ambiente di lavoro ergonomico realmente appropriato.
La sfida sarà riuscire a far cambiare le abitudini posturali delle persone e, in questo senso, le aziende dovrebbero acquisire informazioni e successivamente formare le proprie persone sulle corrette procedure ergonomiche.
Smart Working e Lavoro Agile significano ben poco se la loro applicazione non ha solide basi conoscitive della fisiologia umana e della metodologia ergonomica. In queste situazioni l’aspetto psicologico dovrà essere gestito con cautela e competenza, per evitare situazioni con ritorni addirittura negativi.
Humanscale, in sintesi, significa un impegno storico e culturale nel promuovere l’applicazione della metodologia ergonomica: bracci porta monitor, lampade led di ultima generazione, docking station ultra rapide e compatte e molto altro ancora. Un contributo Reale per il costante miglioramento della qualità della vita operativa, che potrà dare i migliori risultati se le “controparti” esprimono maturità e buona volontà nel recepire e attuare le soluzioni offerte. È sufficiente investire poche centinaia di euro, nulla rispetto al costo del lavoro, per garantire benessere e crescente efficienza.

Il punto di equilibrio tra le esigenze del singolo e quelle dell’organizzazione aziendale

Monica Leonardi, director of marketing & com., Fellowes Leonardi

Forte dei suoi 102 anni di storia, il brand americano Fellowes è da sempre impegnato nella ricerca costante di soluzioni in grado di aiutare gli utilizzatori professionali a esprimere al meglio il proprio potenziale, lavorando in modo sano, sicuro e produttivo. Da questa dichiarazione di intenti deriva la visione di Fellowes dell’ufficio, un luogo dove l’essere umano deve essere messo in grado di raggiungere un equilibrio tra le proprie esigenze – come il diritto di stare bene, di provare benessere e di essere felice – e le esigenze dell’organizzazione in cui è inserito.
Aiutare a raggiungere questo equilibrio: ecco la missione di Fellowes Brands.
La nostra offerta di soluzioni e prodotti nelle aree dell’ergonomia, benessere e produttività, macchine distruggidocumenti, sistemi di rilegatura e plastificazione, organizzazione e gestione dell’archivio e purificazione dell’aria, oltre alle campagne di comunicazione e diffusione della consapevolezza sui temi più interessanti e attuali che ruotano attorno al nuovo umanesimo dell’ufficio sono la carta d’identità con cui per la prima volta ci siamo presentati a OLMeet, trovando interlocutori interessati ed entusiasti, acquisendo esperienze e creando basi durature per collaborazioni future. A OLMeet Fellowes Brands ha presentato le sue soluzioni sit-stand per alternare la posizione di lavoro in piedi a quella seduta, tra cui Levado, la nuova scrivania ad altezza regolabile elettricamente.

Il Facility che verrà

Mariantonietta Lisena, direttore generale – IFMA Italia

IFMA Italia ha iniziato la sua attività di monitoraggio e di supporto del settore del Facility Management quasi 25 anni fa, ovvero in contemporanea con l’introduzione della disciplina del FM nel nostro Paese. In questi anni la professione di Facility Manager è cresciuta in maniera costante, anche se a volte con fatica. Oggi possiamo finalmente dire che questa figura inizia a ottenere nelle aziende il giusto peso e, soprattutto, a essere interpretata nel modo corretto. Non vediamo aumentare, infatti, solo la sfera d’azione del Facility Manager, ma anche il riconoscimento del valore fortemente strategico del ruolo e, con esso, la sua capacità di aiutare le persone a raggiungere il massimo dell’efficienza in azienda e il perfetto equilibrio tra vita personale e lavorativa.
In questa sfida il Facility Manager trova nella tecnologia un potente alleato, che va però gestito con estrema cura se non si vuole che i suoi effetti diventino controproducenti. La tentazione di implementare ogni nuovo ritrovato tecnologico è forte, ma il Facility Manager ha a sua disposizione tutti gli strumenti e le competenze per comprendere se può portare effettivi benefici alle persone e all’organizzazione. È proprio questa una delle sfide più importanti per chi svolge oggi tale professione: adattare la tecnologia alle persone e non viceversa; comprendere cosa reca con sé ogni innovazione e impiegarla solo nella misura in cui può aiutare a lavorare e a vivere meglio in azienda e fuori.

Architettura e tecnologia diventando lo strumento per una nuova immagine aziendale

Mauro Morandi, purchasing & facilities manager
SEW Eurodrive

La differenza nelle aziende è fatta dalle persone. La nuova frontiera dello spazio ufficio è la realizzazione di ambienti che favoriscono benessere e produttività attraverso l’implementazione di strategie chiare e definite, sia nella progettazione sia nella gestione della vita lavorativa quotidiana.
Sew Eurodrive, multinazionale tedesca leader nel campo dell’automazione industriale, inizia nel 2014 il progetto New Building & Industry 4.0. Nella realizzazione della nuova sede, l’aspetto architettonico della progettazione e la filosofia dell’azienda si sono unite per creare qualcosa di unico e identificativo: movimento, velocità e dinamismo.
Negli esterni la filosofia dell’azienda è stata interpretata attraverso una facciata a effetto “onda” determinata da un sistema di ombreggiamento costituito da un sinuoso susseguirsi di brise-soleil verticali, che traduce in elementi architettonici l’idea di movimento e di ripetizione degli ingranaggi dei motori. Negli interni partendo dai concetti che il “posto di lavoro” si trasforma in “ambiente per lavorare” e che la tecnologia ha cambiato luoghi e tempi del lavoro stesso, sono stati studiati nuovi modi di lavorare e di interazione fra spazio fisico e performance aziendali, sempre più orientati alla crescita e all’innovazione. La digital transformation, lo smart building e lo smart working sono stati implementati contemporaneamente a una trasformazione dell’azienda che ha guardato al futuro approcciando la cultura del cambiamento a 360°. Tassello di questa trasformazione la smart factory realizzata attraverso l’implementazione delI’Industry 4.0 con tecnologie proprie di Sew Eurodrive per l’intralogistica e l’assemblaggio. Una ‘fabbrica nella fabbrica’, con isole di assemblaggio e aree produttive collegate in rete, connesse da 45 Mobile Assistance System, sistemi cyber-fisici che comunicano a tutti i livelli del processo produttivo con un notevole incremento della performance.


Paola Cecco

Laureata in architettura presso il Politecnico di Milano, ha svolto attività progettuale presso studi professionali dove ha affrontato la progettazione di edifici residenziali e del terziario. Nel 2001 entra a far parte della redazione di Officelayout, la rivista per progettare, arredare e gestire lo spazio ufficio. Ambito nel quale si occupa delle tematiche relative all’illuminazione, alle nuove tecnologie e all'allestimento degli spazi di lavoro con focus sulla sostenibilità dei luoghi e sul benessere delle persone in azienda. Dal 2014 coordina le attività editoriali e i convegni sviluppati e promossi dalla testata Officelayout.

Officelayout è la rivista di Soiel International, in versione cartacea e on-line, dedicata ai temi della progettazione, allestimento e gestione degli spazi ufficio e degli edifici del terziario

Soiel International, edita le riviste