Illuminare il verde negli spazi di accoglienza

Intervista a Giusi Ferone Sales&Marketing Director di HW Style

Nella foto: Hall | De Castillia 23, Milano  –Doc. HW Style – Foto: Pietro Agostini

Una tendenza sempre più presente negli uffici è quella di inserire del verde, attraverso piante, alberi, fiori che possano portare la natura all’interno di spazi artificiali.
Dal punto di vista progettuale, questi inserimenti hanno un forte impatto, perché devono essere collocati in maniera precisa, devono essere funzionali, ma allo stesso tempo devono creare un netto contrasto con il contesto in cui sono inseriti per interrompere la monotonia e offrire un momento mentale e visivo di relax.
L’illuminazione di questi elementi è sicuramente fondamentale perché se progettata in maniera errata può creare problemi e portare anche alla morte delle piante.

Ma quali sono le principali piante richieste dai progettisti per gli ambienti di ingresso, hall, reception? Lo abbiamo chiesto a Giusi Ferone, Sales&Marketing Director di HW Style.

“Generalmente, le richieste che ci vengono fatte dagli architetti sono relative proprio alla consulenza in termini di tipologia di piante – racconta Ferone –. Ci viene indicato solitamente l’effetto estetico che vorrebbero ottenere e il nostro lavoro è proprio quello di definire il progetto botanico in funzione di diversi parametri tecnici, quali ad esempio: quantità di luce, presenza di sbalzi termici, dimensione del vaso e altezza del locale. Dopo aver revisionato il loro progetto architettonico, restituiamo una nostra proposta con progetto del landscaping interno, proponendo una selezione di piante, generalmente quasi tutte tropicali, e scegliendo poi la versione definitiva insieme agli architetti.
Nelle hall, spesso ci capitano progetti in cui vengono richieste piante esemplari con tronco a vista e chioma ad alberello, e in questi casi, se le condizioni ambientali lo permettono, suggeriamo piante come la Bucida buceras, il Ficus lyrata o la Schefflera actinophylla ‘Amate’.
Mentre per quanto riguarda piante di media altezza da inserire in vasi o vasche, normalmente selezioniamo specie quali: la Strelitzia nicolai, la Licuala grandis, il Ficus lyrata, il Croton variegatum, la Rhapis excelsa, la Kentia e il Ficus elastica ‘Robusta’.
Infine, per situazioni in cui vengono richieste piante di minore altezza, proponiamo tipologie come la Monstera deliciosa, la Calathea rufibarba ‘Wavestar’, l’Alocasia spp., il Philodendron imperial green, red o xanadu”.

Sede KPMG, Roma – Doc. HW Style – Foto: Progetto CMR

Come abbiamo visto vi è una stretta relazione tra piante e illuminazione, infatti “Il tema della luce è molto importante quando si parla di piante – spiega Giusi Ferone – ed è sempre preferibile la luce naturale per far sì che queste stiano bene nel lungo periodo. Di conseguenza, spesso, ci troviamo a suggerire l’inserimento di piante in zone molto luminose, con ampie aperture, che possono poi essere adeguatamente schermate se necessario. Esistono sul mercato dei prodotti di illuminazione artificiale che possono favorire comunque la fotosintesi delle piante e sono frutto di specifici studi che combinano caratteristiche di potenza, temperatura, colore della luce artificiale ed altri aspetti molto tecnici. In sostanza, si tratta di prodotti specifici per l’illuminazione fitostimolante per l’architettura che differiscono dai prodotti pensati ad esempio per la crescita delle piante in serra, perché quest’ultimi hanno un “colore” della luce generalmente troppo violaceo che poco si sposa con l’effetto di luce d’ambiente che l’architetto prevede nei suoi progetti di interior. Le soluzioni di illuminazione scelte devono avere un’alta efficienza energetica che sia in grado di favorire la crescita delle piante e di far percepire visivamente il loro effettivo colore, come se fossero esposte alla luce solare. I prodotti illuminotecnici adatti all’architettura indoor vengono utilizzati spesso per il verde verticale dove a volte si rendono addirittura indispensabili, in quanto, nonostante ci sia una buona illuminazione naturale della stanza, sulle pareti verticali sono a volte presenti delle zone d’ombra.
 Quello che vogliamo suggerire è di affidarsi sempre a fornitori specializzati nella scelta di questa particolare tipologia di apparecchi luminosi per piante per l’architettura”.

Come deve essere invece gestita la luce naturale? Risponde Giusi Ferone: “La luce naturale deve essere garantita per un tempo che segue il naturale soleggiamento di quel periodo. Per intenderci, la pianta dovrebbe essere esposta a luce naturale per almeno 8-10 ore giornaliere e in presenza di tende schermanti, è bene che vengano gestite in modo tale da garantire il giusto apporto in termini di tempo.
Non dimentichiamoci però che è il progetto botanico dell’interior che deve adeguarsi alla luce naturale esistente nell’edificio, un po’ come il progetto di landscaping segue giustamente le esposizioni di ciascuna zona (est, ovest, etc.). Pur entrando in gioco come consulenti del verde nei primi step del progetto sappiamo che la luce naturale di un edificio è normata da regole tecniche dell’intero edificio. È importante quindi plasmare il progetto botanico sulla base dell’apporto di luce naturale dell’edificio. Ecco perché, soprattutto se si interveniente a posteriori, un sopralluogo è molto spesso indispensabile.

Uffici | Bird&Bird, Milano – Doc. HW Style – Foto: Pietro Agostini

Se invece la luce naturale è assente è praticamente impossibile avere crescita delle piante.
Le piante sono organismi viventi e, un po’ come noi essere umani, hanno delle esigenze fisiologiche ben precise: la luce è paragonabile al cibo per l’essere umano, si può sopravvivere per un po’ ma poi diventa indispensabile.
In tal caso, in assenza di luce naturale, suggeriamo soluzioni seminaturali delle piante, ovvero piante con tronchi naturali trattati e fogliame inserito manualmente di tipo artificiale. Oppure proponiamo soluzioni di verde stabilizzato, ovvero piante naturali ma conservate attraverso uno specifico trattamento che mantengono colore e morbidezza del fogliame pur non facendo fotosintesi e mantenendosi nel tempo senza necessità di irrigazione o luce naturale.
Sono scelte alternative che coniugano alcune esigenze progettuali ed evitano il deperimento certo della pianta naturale”.


Lisa Marchesi

Laureata con lode in Disegno Industriale al Politecnico di Milano indirizzo Lighting Design, dal 2003 inizia la sua attività professionale di lighting designer collaborando con l’architetto Barbara Balestreri. Come senior lighting designer e project manager si occupa della realizzazione di progetti di illuminazione nel campo dei beni culturali, del retail, caffè e ristoranti, case private ed installazioni temporanee. Dal 2018, come libero professionista, fonda lisa marchesi studio. Affianca all’attività professionale, attività di didattica e di ricerca in ambito universitario presso il Politecnico di Milano, presso lo IED di Milano e di Firenze, lo IUAV di Venezia ed in diversi corsi di specializzazione tra cui Lighting Academy di Firenze. Partecipa come relatore a varie conferenze di settore e si occupa della realizzazione di una serie di pubblicazioni su riviste specializzate. Dal 2019 mentore dell’associazione Women in Lighting. Membro di AIDI.

Officelayout è la rivista di Soiel International, in versione cartacea e on-line, dedicata ai temi della progettazione, allestimento e gestione degli spazi ufficio e degli edifici del terziario

Soiel International, edita le riviste