Un workspace per il ritorno al futuro

La nuova sede di Aon è una “casa” capace di unire e potenziare relazioni ed engagement, attraverso spazi iconici in grado di soddisfare le esigenze lavorative nel futuro post-pandemia

Situato a Milano nel complesso The Sign, in via Calindri 6, il nuovo headquarter italiano di Aon – Gruppo leader nel mondo della consulenza dei rischi e delle risorse umane, nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa – ospiterà fino a 850 degli oltre 1.500 dipendenti in Italia.

Diversi gli input forniti dalla committenza nel briefing di progetto. “L’adozione dello Smart Working come modalità lavorativa prevalente, anche per i manager, doveva dare garanzie di privacy e prossimità e massima attenzione alla persona e ai suoi bisogni con l’obiettivo di fornire un ambiente di lavoro bello, pratico, funzionale e invitante – chiarisce Giancarlo Baglioni, chief operating officer di Aon. Ne deriva quindi l’attenzione per i colori, per l’acustica, per la presenza di spazi variegati in cui poter trovare risposta a ogni esigenza. Inoltre, la volontà di incentivare lo scambio di esperienze e di contatti tra tutta la popolazione aziendale, ostacolando la formazione di cluster chiusi, ha spinto a caratterizzare fortemente i piani per favorire un flusso verticale tra di essi, nonché tra business unit diverse. Non da meno la volontà di fornire a clienti e partner un’esperienza intima, elegante ma soprattutto variegata. Aon dunque ha puntato sulla realizzazione di uno spazio caratterizzato da uno stile e un linguaggio minimale e sobrio, dove riuscire a esprimere pienamente la natura e l’identità stessa dall’azienda. Questo si è tradotto non solo nella presenza di spazi fortemente iconici per le aree nodali, ma anche nella possibilità di respirare l’atmosfera Aon in ogni parte dello spazio, senza sentirsene però soverchiati. Centrale è stata la grande attenzione rivolta all’experience e alla customer/employee journey, curando ogni spazio per renderlo il più funzionale e utile con un costante accesso alla tecnologia, senza che essa si dichiari pervasiva”.

Il concept creativo e progettuale del workspace design, a cura de Il Prisma, è stato concepito per promuovere modalità di lavoro agile e smart e rispondere al processo di change management avviato dal Gruppo a livello internazionale. Il Prisma ha così tradotto l’esigenza della committenza di un luogo in grado di supportare il nuovo mindset e nuovi modi di lavorare, ma anche di uno spazio iconico e ricco di engagement dove vivere una molteplicità di esperienze. Il concept degli spazi interni infatti pone al centro la persona. Nasce così la casa unica del brand dove l’intero building si trasforma in luogo di esperienza per raccontare Aon in modo univoco e impattante ai diversi stakeholders. Grazie alla flessibilità nell’uso degli spazi e al forte engagement esperienziale, il nuovo headquarter di Aon può essere un valido modello per i futuri luoghi di lavoro.

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La narrazione aumentata degli spazi
 di rappresentanza e social

L’edificio si sviluppa su nove piani, di questi il piano terra, primo e nono sono destinati ai clienti e si distinguono per un linguaggio architettonico sobrio ed elegante, che celebra il brand Aon in ogni suo particolare.

La customer journey inizia dalla welcome area con un’iconica passerella-galleria che stimola il percorso esplorativo attraverso il gioco tra il vedere e l’essere visti. Grazie al linguaggio metaforico degli elementi dell’architettura, il visitatore si sente completamente immerso nell’identità e nei valori aziendali. Il concept progettuale abbraccia infatti l’idea di creare un luogo fisico in cui l’identità e i valori fondanti di Aon fossero elementi visibili e tangibili. Lo studio degli elementi portanti dell’identità aziendale permette al team de Il Prisma di comprenderne le regole fondative del linguaggio del brand, e usare tali regole per arricchire il racconto degli spazi. Da qui l’idea di usare il marchio aziendale come elemento architettonico caratterizzante: il logo viene estruso, copiato in serie, scomposto e ricomposto in molteplici elementi architettonici e grafici. Nella hall a doppia altezza, l’area ingresso è composta da un insieme di portali che riportano in negativo la “A” del logo aziendale, così come la griglia a trapezio e lo steccato diagonale che fungono da séparé e caratterizzano le grandi superfici, sono tra gli esempi più illustrativi di questo intervento di environmental branding. Il risultato è un’immagine coordinata pervasiva, tale da far percepire come l’identità dei luoghi fosse cucita su misura sull’azienda stessa.

All’ultimo piano trovano posto le aree speciali quali cocktail bar e sala cinema, che offrono ai clienti esperienze molto diverse da una semplice sala riunione. Sono pensate appunto per mettere le persone a proprio agio e stimolare la relazione con il brand. Una grande terrazza panoramica, dedicata allo spazio eventi, offre un punto d’osservazione privilegiato sulla città e, metaforicamente, sul futuro.

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Le aree operative tra socializzazione, sostenibilità e benessere per i dipendenti

Il nuovo workspace offre un ambiente agile e smart, in cui ogni dipendente può avere a sua disposizione un building intero, anziché un ufficio o una scrivania: i piani dal secondo all’ottavo sono interamente destinati alla employee experience. “Oggi, il luogo di lavoro diventa un luogo dove si mescolano diverse esperienze. Il nostro progetto fa proprio questo: racconta il brand attraverso un percorso esperienziale – commenta Arianna Palano, Il Prisma Associate & Leader della BU Worksphere –. Il design concept, si ispira, infatti, all’idea di un nucleo in grado di contenere tutte le attività che Aon Italia propone alle persone. L’abbiamo tradotto in uno spazio che mette a disposizione di chiunque visiti l’edificio tutta una varietà di piani tra cui scegliere esperienze differenti. Il risultato è un ambiente di lavoro flessibile che ha già pronte le chiavi per aprire il futuro e soddisfare le nuove esigenze lavorative”.

Concepiti come piani tematici con connotazioni architettoniche differenziate, offrono ai dipendenti di Aon un ampio ventaglio di esperienze, dalle più energiche e vivaci alle più calme e meditative, in grado di rispondere a tutto lo spettro delle necessità quotidiane. In base alle proprie esigenze, dunque, le persone possono scegliere tra gli spazi per socializzare, rilassarsi e prendersi cura di sé, collaborare e co-creare, esplorare il mondo digitale, trovare l’ispirazione nella natura, ritagliarsi un momento di meditazione nel silenzio piuttosto che immergersi nella lettura per nutrire la mente. Le aree di socializzazione sono differenziate per ogni piano proprio per evitare la creazione di singole isole non interconnesse. Si crea così un flusso verticale vivo e costante che favorisce un movimento continuo di incontri, scambi, contaminazioni creative attraverso il core centrale.

“Gli spazi social, concepiti per indurre il fruitore in un mood specifico, utilizzano elementi multi-canale operanti su più piani, da quello psicologico, a quello materiale – puntualizza Baglioni –. Gli ingredienti vengono dosati in modo diverso a seconda dell’esperienza e dell’atmosfera che si desidera far vivere a chi accede a questi spazi: colori, linee, design, materiali, suoni, conformazione degli spazi, arredi e tecnologia. Più che sul livello didascalico/intellettuale si opera su quello empatico/emozionale. La tecnologia, pur innervando ogni spazio, è di fatto impercettibile e permette all’utente di interagire in modo rapido ed intuitivo con i servizi a disposizione mediante un’apposita app”.

Dal gruppo al singolo, dal movimento alla quiete, dal corpo all’anima, il nuovo building è un unico spazio da vivere e raccontare, in molteplici modi.

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“L’intero edificio è strutturato per l’adozione dello Smart Working, con un utilizzo sensibile di desk sharing, un distanziamento generoso tra le postazioni operative e un’elevata presenza di spazi per la collaborazione – spiega Baglioni –. La grande presenza di aree di concentrazione e di collaborazione di diverse dimensioni e con setting studiati ad hoc va incontro alla necessità di evitare situazioni di sovraffollamento o di contenimento degli spazi meeting, che costituiva una delle criticità principali della sede precedente.

L’abbondante presenza di locker individuali permette ai dipendenti di avere un proprio spazio personale in cui lasciare i propri effetti per poter vivere tutto l’edificio senza sentirsi vincolati ad una postazione o piano assegnati”.

Al centro del building si trova l’Help desk digitale, evoluzione del reparto IT che, vista l’importanza della tecnologia all’interno della nuova sede, sarà facilmente accessibile e di supporto per tutti, limitando al massimo i disagi e incentivando un costante e proficuo aggiornamento.

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“Pur essendo stati pensati in periodo pre-pandemico – conclude Baglioni – gli spazi prevedevano già una serie di accorgimenti che si sono rivelati utili in seguito alla diffusione del virus: un distanziamento generoso tra le postazioni operative, locker personali per cui ogni dipendente è dotato di propri device che consentono di limitare al massimo l’utilizzo condiviso di elementi con forte componente di tattilità, l’app per aiutare a gestire lo spazio individualmente senza la necessità di interagire fisicamente con gli elementi che lo costituiscono e le tecnologie presenti consentono un efficiente lavoro da remoto, così come la condivisione di informazioni ed esperienze. Anche la scelta degli arredi è stata condizionata dalla facilità di pulizia ed igienizzazione, oltre che dall’ergonomia e dall’attenzione al benessere della persona. Appare quindi evidente come l’impianto originario si sia prestato ad accogliere piccoli accorgimenti di dettaglio, del tutto reversibili, per essere conformi alle norme Covid-19. In tal senso dispense di igienizzante e mascherine, separazione dei percorsi e segnaletica a terra e a parete, appositamente studiati e pensati in conformità con le linee guida grafiche e identitarie dell’azienda, sono stati integrati negli elementi architettonici”.
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I progettisti

Il Prisma è una società di progettazione internazionale con DNA italiano che opera nell’area di convergenza tra persone e organizzazioni, per progettare spazi ricchi di vita, ingaggio, coinvolgimento.

La società ha sedi a Londra, Milano, Roma e Lecce, ed è suddivisa in 3 Business Unit: Architettura (Cityscape), Workplace (Worksphere) e Retail & Hospitality (Destination).


Paola Cecco

Laureata in architettura presso il Politecnico di Milano, ha svolto attività progettuale presso studi professionali dove ha affrontato la progettazione di edifici residenziali e del terziario. Nel 2001 entra a far parte della redazione di Officelayout, la rivista per progettare, arredare e gestire lo spazio ufficio. Ambito nel quale si occupa delle tematiche relative all’illuminazione, alle nuove tecnologie e all'allestimento degli spazi di lavoro con focus sulla sostenibilità dei luoghi e sul benessere delle persone in azienda. Dal 2014 coordina le attività editoriali e i convegni sviluppati e promossi dalla testata Officelayout.

Officelayout è la rivista di Soiel International, in versione cartacea e on-line, dedicata ai temi della progettazione, allestimento e gestione degli spazi ufficio e degli edifici del terziario

Soiel International, edita le riviste