Michele Falcone

Presidente FEMB (Federazione europea dei mobili per ufficio)

Eletto all’unanimità dall’Assemblea generale della FEMB (Federazione europea dei mobili per ufficio), Michele Falcone è nuovamente presidente della federazione per il biennio 2020-2021. Ruolo da lui già ricoperto dal 2010 al 2011, periodo durante il quale la Presidenza italiana, affiancata dalla struttura di FederlegnoArredo, ha iniziato l’importante processo di certificazione europea Level, voluto per promuovere l’economia circolare degli arredi per ufficio.
“Il mio impegno sarà rivolto a dare un valore aggiunto alle imprese e agli stakeholders, ma anche a sviluppare contenuti che possano portare la Federazione dei Mobili per Ufficio a un nuovo livello di protagonismo in Europa” ha affermato Falcone che vanta un bagaglio di esperienze maturate in trent’anni di attività nel mercato del design e dell’arredamento, durante i quali ha ricoperto importanti ruoli per organizzazioni di livello mondiale e incarichi ambito associativo, sino ad assumere per diverse aziende il ruolo di Senior Advisor in campo M&A e delle ristrutturazioni aziendali.
Officelayout lo ha incontrato per approfondire idee e progetti futuri, anche alla luce del difficile momento che stiamo vivendo e delle ripercussioni che ci potranno essere sull’intero settore.

Due parole su Femb. Quali le competenze e le aree di intervento?
FEMB è stata creata con il ruolo di generare raccomandazioni e position papers ai comitati dell’Unione Europea in materia di commercio, industria e su questioni ambientali, condivisi da tutti i paesi associati. L’intendimento di effettuare azioni di lobbying, durante il processo di consultazione con i rappresentanti delle commissioni delle istituzioni europee, ha il vantaggio di facilitare decisioni e direttive con processo bottom-up, rispetto a top-down. Sono inoltre convinto che la FEMB abbia il dovere per gli associati di conquistarsi un ruolo riconosciuto come punto di riferimento delle commissioni, ma se questo finora non è ancora avvenuto, con un po’ di autocritica certamente non lo si può imputare alle istituzioni.

Quale era la fotografia dello stato dei lavori alla chiusura del suo primo mandato?
Nel 2012, alla scadenza del mio mandato, la Presidenza della FEMB per rotazione biannuale è passata alla Germania alla quale abbiamo lasciato un’eredità faticosamente costruita in due anni di lavoro rivelatisi inaspettatamente impegnativi per la creazione se consideriamo che quasi tutto ha dovuto essere creato e cioè questi pilastri:
• Un sito web completamente ridisegnato sulla base della nuova struttura di divulgazione della FEMB dei suoi tre obiettivi principali: avere voce in Europa, concentrarsi sugli interessi dei produttori e condividere dati di mercato e informazioni commerciali.
• Una Commissione Tecnica a Presidenza italiana che ha impostato la nuova certificazione ambientale LEVEL attraverso lavori interdisciplinari che ha visto la fattiva partecipazione di tutti i paesi europei e un iniziale studio di fattibilità a cura del Dipartimento Indaco del Politecnico di Milano. La Commissione, guidata da Marco Fossi, un professionista di Federlegno che non mi stancherò mai di ringraziare per il suo instancabile contributo, inizialmente ha fatto fatica a superare i pregiudizi e protezionismi nazionali in virtù di obiettivi più generali e transnazionali, ma lentamente ha saputo poi produrre tangibili risultati.
• Una Commissione Economica che produce dati economici e statistiche di settore riferite alla classifica delle TOP 100 aziende europee e agli andamenti dei diversi mercati
• Una Commissione Marketing che si occupa di promuovere i temi affrontati dalla FEMB ovunque sia utile al settore, partendo dalle fiere più rilevanti come il Salone del Mobile, Orgatec… etc.

Cosa è successo in questi dieci anni? Quali i temi a cui la Federazione ha dato maggiore importanza nell’avvicendarsi delle diverse presidenze? E come è cambiato in questo periodo il suo ruolo?
Se devo proprio rispondere, onestamente purtroppo non è successo molto. Mi sono riavvicinato alla FEMB nel 2019 su richiesta della Federlegno e sono rimasto abbastanza sorpreso di vedere, dopo otto anni, che l’unico tema ancora dibattuto era la certificazione LEVEL, completata e pronta dal 2014, grazie anche all’ottimo lavoro svolto dalla Presidenza tedesca, ma tenuta inspiegabilmente in un cassetto da allora. Oltre a questo tema, il settore dell’ufficio si è modificato molto in dieci anni e ha introdotto nuove modalità lavorative, una sempre maggiore integrazione con la tecnologia, un nuovo modo di concepire la privacy e dunque un nuovo modo di interagire con l’acustica. Nonostante tutto ciò, la FEMB sembra non essersi molto interessata a questi temi.
A distanza di dieci anni ho notato una certa disaffezione verso la Federazione e si sono persi alcuni paesi in precedenza associati, ma soprattutto ho riscontrato essere mancati altri argomenti che abbiano potuto portare valore agli Associati. Ritengo dunque che il mio ruolo oggi si trovi da affrontare contemporaneamente due necessità e sia dunque doppiamente impegnativo e sfidante: non solo dovrò portare nuovi argomenti di interesse per gli Associati, ma dovrò anche cercare di riguadagnare la fiducia dei paesi che in passato si sono allontanati. Poiché, però, mi sento più o meno nella stessa condizione di dieci anni fa, sono convinto che, come allora, lavorare sodo sui primi, risolverà anche il secondo tema.

Come si è trasformato il mercato degli arredi ufficio in Europa, sia sul fronte della domanda, sia su quello dell’offerta?
Nei miei circa 30 anni di esperienza nel settore ufficio, ho il privilegio di poter sostenere di avere visto molte diverse fasi del mercato. La fase delle scrivanie 160×80 e “allungo dattilo”, poi la fase dei Cubicles e uffici chiusi, poi la fase del total open plan e rifiuto degli uffici chiusi e riduzione delle sale riunioni, poi la fase dei bench e assenza di privacy, poi, ora, la fase di ciò che io chiamo “casual office”, ovvero quela in cui si lavora ovunque, su un divano, uno sgabello, una mensola un pallone da palestra… ed il ritorno alle aree riunioni e la necessità di privacy. Molto interessante notare che la domanda è diventata più informale e meno esigente e l’offerta si è adeguata. Le aziende di mobili per ufficio, un tempo molto rigorose, rappresentate da alluminio vetro e pelle nera si sono trasformate in aziende con prodotti normalmente offerti nel settore casa dai colori sgargianti. Le loro scrivanie operative ormai sono diventate commodities, praticamente tutte uguali, ridotte a competere unicamente sul prezzo. La grande opportunità per il settore potrà essere rappresentata dal well-being in ufficio, per trattenere i dipendenti più talentuosi. Sempre meno attenzione alle scrivanie dunque e sempre più focus su prodotti “funky” e comodi per home-office.

Sulla base di queste osservazioni, quali a suo parere i temi a cui dare priorità? Quali le iniziative da mettere in atto?
Il primo tema è finalmente rendere LEVEL cogente ed efficace. La standardizzazione delle norme relative alla sostenibilità ambientale faciliterà il commercio internazionale oltre i confini geografici di qualunque prodotto, consentirà risparmi sui costi e ridurrà tempo e risorse sprecati su etichette locali limitate nell’efficacia.
Poi, collaborare all’analisi e stesura di Direttive relative alle scrivanie regolabili in altezza, o all’inserimento di meccanismi e tecnologia nei prodotti, all’analisi dell’impatto sulla postura delle postazioni lavoro dei musculoskeletal disorders (msds) e ad altri temi di nuovo emergente interesse (Acustica, IoT…etc).
Inoltre, sarebbe utile istituire contatti privilegiati ed intessere relazioni con le più importanti Associazioni legate al mondo dell’Ufficio, Associazioni di architetti internazionali ed Enti Normatori

Premesso che stiamo vivendo un momento di emergenza, imprevisto e difficile da delineare. Quali saranno a suo parere i riflessi sul sistema dell’arredo ufficio? E quali le azioni dovrà mettere in atto FEMB per favorire la ripartenza?
Difficile veramente prevedere le implicazioni future sulla vita di tutti noi, dato che mentre parliamo ancora L’Italia sta per raggiungere il picco dei contagiati di Covid-19. Si tratta della crisi peggiore dal dopoguerra e pertanto la ripresa subirà secondo me, dei cambiamenti altrettanto radicali.
L’impatto economico sul mercato porterà, inevitabilmente, un calo temporaneo ma importante di fatturato, proporzionato come dinamica alle condizioni di evoluzione nel tempo della Pandemia in tutti paesi mondiali, quindi con diverso impatto sulle aziende in relazione alla diversificazione di mercati e distribuzione delle aziende. Avendo partecipato alla crisi del 2008-2009, ritengo avverranno anche questa volta fenomeni di consolidamento di mercato e la FEMB potrà anche giocare un ruolo per aiutare le aziende ad acquisire o essere acquisite.
Un fattore sociale che credo influenzerà il settore e che sarà apprezzato durante questo periodo di distanza obbligatoria posta tra le persone, è riscontrare che la performance del lavoratore in forzato telelavoro non diminuisce, perciò alla ripresa vedrei l’utilizzo incrementale dello smart working, e dunque sempre più di uffici temporanei, uso ancor più intenso di tecnologia e lavoro a casa. L’home office credo diventerà nuovamente, ma questa volta in modo strutturato, parte dell’offerta contrattuale impiegatizia e le aziende produttrici di mobili continueranno a fornire prodotti individuali ma destinati anche all’utilizzo a casa. Credo, per contro, che si svilupperà anche il vero piacere della interazione tra persone, perciò gli uffici avranno sempre più sale riunioni permanenti molto curate nel comfort, nei dettagli e nelle finiture ed aumenterà la richiesta rispetto ad ora. Il “social gathering” in ambienti sempre più homie sarà credo molto incentivato e FEMB potrà essere di aiuto per supportare le nuove esigenze di normazione dei prodotti, pur mantenendo la loro maggior informalità e, ora che abbiamo capito l’importanza del rispetto delle condizioni igieniche, di certificazione e sostenibilità, continuare nel percorso virtuoso di informazione alle aziende e ai professionisti.


Paola Cecco

Laureata in architettura presso il Politecnico di Milano, ha svolto attività progettuale presso studi professionali dove ha affrontato la progettazione di edifici residenziali e del terziario. Nel 2001 entra a far parte della redazione di Officelayout, la rivista per progettare, arredare e gestire lo spazio ufficio. Ambito nel quale si occupa delle tematiche relative all’illuminazione, alle nuove tecnologie e all'allestimento degli spazi di lavoro con focus sulla sostenibilità dei luoghi e sul benessere delle persone in azienda. Dal 2014 coordina le attività editoriali e i convegni sviluppati e promossi dalla testata Officelayout.

Officelayout è la rivista di Soiel International, in versione cartacea e on-line, dedicata ai temi della progettazione, allestimento e gestione degli spazi ufficio e degli edifici del terziario

Soiel International, edita le riviste